 
			Angelo Corsi il “cosentino”

Chi l’ha detto che i calciatori non si legano alle piazze dove giocano? Se non fosse per l’inflessione ciociara ascoltando Angelo Corsi si potrebbe pensare di trovarsi difronte ad un cosentino doc. Il “tuttofare” rossoblù (ha giocato anche in porta per qualche minuto)sa bene quali corde toccare per far comprendere al proprio interlocutore quanto tenga al Cosenza e alla città: “Sono strafelice di essere qui – dice – l’avevo detto qualche tempo fa, quando le cose non andavano proprio per il meglio, che avrei voluto firmare a vita… Io sono così, se sposo una causa vado fino in fondo. Nella buona e nella cattiva sorte. E’ che Cosenza mi assomiglia molto, non sono tipo da Milano. Io sono spartano e mi rispecchio in questa gente e nella città. Poi ho capito quali sono le potenzialità della piazza, pensiamo solo al Centenario. Se potessi porterei Cosenza in Champions, ma se sapremo giocarci le nostre carte ogni domenica avremo 10mila persone allo stadio. Da quando sono arrivato ho vissuto una crescita costante, naturale. Le partenze a razzo finiscono con il botto… Quest’anno partiamo da una buona base, ci conosciamo, abbiamo assimilato già concetti importanti e anche per i nuovi sarà più facile integrarsi. In passato ad Aprilia ho vissuto più di una stagione, ma allora facemmo un passo indietro, il Cosenza invece vuole progredire. Anche i più giovani riusciranno a inserirsi, perché vengono da Società importanti che hanno la cultura del lavoro. Buon per loro essere in ritiro in Calabria, capiranno da subito che questo pubblico ti può portare alle stelle oggi e buttarti giù domani… Qui si lavora bene e tra qualche giorno affronteremo l’Ascoli che ha un organico da Serie B. Nessun timore, il dovuto rispetto. Da qualche giorno abbiamo un motivo in più per fare bene, lo dobbiamo al nostro Kevin. Non vediamo l’ora di riabbracciarlo. Ci manca!”