 
			Messina-Cosenza, storia di una sfida infinita. L’unico successo dei Lupi nel 1949 – (Prima parte)

Se non ci fosse la storia a ricordare il passato, Messina-Cosenza non potrebbe mai essere considerata una sfida infinita, quale invece è. Una sfida che si riproporrà domenica prossima e che, anche se non sarà decisiva, è a tutti gli effetti un “classico” della nostra vita di tifosi e addetti ai lavori.
Giallorossi e rossoblu si incontrano ormai stabilmente da ottant’anni ma ci sono testimonianze di partite anche negli anni Venti. E se Cosenza è un tabù per il Messina (che non vince qui dal 1976), la città dello Stretto è un tabù ancora più difficile da superare per i nostri Lupi, che hanno conquistato una sola vittoria in terra siciliana. Era il 27 novembre 1949: sono passati quasi sessantaquattro anni! Per il resto 7 pareggi e 22 sconfitte.
Ma procediamo con ordine e partiamo dal primo Cosenza-Messina, di cui c’è testimonianza sul periodico “Cosenza Sportiva”, custodito gelosamente nella Biblioteca Civica cosentina.
“… Il 23 settembre 1923 sul campo militare di Cosenza (via Roma) si svolge il primo incontro ufficiale tra la Fortitudo Cosenza e una società non calabrese, la “Peloro” di Messina. E’ un incontro di atletica leggera e football. Si batte ogni record di incassi. La Fortitudo primeggia nella corsa ma soccombe nel calcio. I messinesi vincono quattro a due, sospinti da una tripletta di Bonanno e da un gol di Giovanni Celeste, il calciatore ufficiale di marina tragicamente scomparso durante la Seconda guerra mondiale al quale è stato poi intitolato lo stadio di Messina. Per la Fortitudo segnano capitan De Cicco e Vietri. L’arbitro, manco a dirlo, sfugge quasi per miracolo all’ira della folla…”.
E’ dal 1930, invece, che Messina e Cosenza si sfidano nei cosiddetti campionati a girone unico. La prima volta che il Cosenza esce indenne dal vecchio “Arsenale” è nel 1945, prima giornata di un torneo di serie C storico per i colori rossoblu. Sarà quello che porterà per la prima volta il Cosenza in serie B. Dopo quattro sconfitte consecutive nelle prime quattro gare in terra messinese, il Cosenza del “vecio” Vignolini impone lo 0-0 con tanti cosentini nella formazione titolare: Lombardi, Vignolini, Maggio, Gagliardi, Pellicori, Sesti I, Palacino, Bruno P., Sesti II, Trombino, Bruno R. I cosentini sono il terzino Maggio, il mediano Gagliardi, meglio conosciuto come “Papagnella”, il centromediano Pellicori, i fratelli Athos e Porthos Sesti, una famiglia di calciatori “moschettieri”, il centrocampista Domenico Trombino, l’altra mezzala Pierino Bruno e l’attaccante Raffaele Bruno.
Ma il giorno che ricordiamo ancora oggi è quello dell’ultima vittoria a Messina, nello stadio che nel frattempo è stato intitolato all’eroico Giovanni Celeste. 27 novembre 1949. Il Cosenza di mister Mosele e del presidente Mario Morelli, costruito per tornare in serie B dopo la retrocessione del 1948, è una corazzata ma neanche il Messina scherza e le due squadre condurranno una battaglia senza quartiere che si concluderà, come abbiamo ricordato anche ieri, con gli spareggi e con una coda giudiziaria. Quel giorno, tuttavia, il Cosenza sbanca ed espugna il “Celeste” con il risultato di 4-2. Doppietta di Zaro e reti di Begnini (il calciatore che ha segnato il gol dell’ultima vittoria rossoblu a Catanzaro) e Polacchi.
Il Cosenza giocava con: Gisberti, Martini, Campana, Delmorgine, Manfredini, Bacilieri, Begnini, Radu, Confalonieri, Zaro, Polacchi.
1 – continua