Roselli: «Venivamo da un momento negativo a livello di risultati, questi ragazzi fanno la Lega Pro e non capisco perché gli si debba complicare la vita se loro sono così in gamba: certo, nel finale c’è stato qualche errore, ma la lucidità al 94’ può venire meno dopo tre partite in otto giorni. Si può cambiare allenatore, certo, ma chiunque arrivi dovrà fare meglio: questo è il terzo anno consecutivo in cui nessuna squadra più debole è mai stata sopra il Cosenza. Il Messina è una squadra valida, Cristiano Lucarelli è un ottimo allenatore che stimo tantissimo, probabilmente il problema della squadra sia ambientale. Il gioco estetico lo fanno i calciatori, io non ne rispondo mai: abbiamo giocato col 4-3-3 per non far rientrare più Statella e farlo diventare più pericoloso davanti, credo che questa sia stata una mossa decisiva per come l’hanno interpretata i ragazzi. Il rigore? In questo momento a Beppe farei battere anche i falli laterali, ma è stata una sua scelta. Giuseppe capocannoniere è una cosa per cui sono contento, chissà, magari a quarantacinque anni imparerà a segnare».
Statella: «Ho preso io il pallone, ma prima ho chiesto a Gambino se potessi tirare ed ha risposto sì, ma se mi avesse detto no non avrei fatto polemica. Non c’è stata alcuna crisi, la crisi è stata per voi giornalisti visto che i risultati non arrivavano. Siamo più o meno sempre gli stessi, giochiamo alternandoci e quindi la lucidità spesso viene meno. Io capocannoniere? Se me l’avessero detto a settembre avrei pensato ad una barzelletta».
Capece: «Sto cercando di fare ciò che mi chiede il Mister, c’erano spazi in mezzo al campo ed ho cercato di approfittarne: abbiamo fatto un’ottima gara. Quando ci siamo messi a quattro a centrocampo abbiamo chiuso tutte le loro linee, ma la cosa principale è esserci con la testa».
Corsi: «Le cento presenze sono una soddisfazione personale, inizialmente non riuscivo neanche a descrivere cosa provassi, poi mi sono concentrato sulla partita e quindi è passato tutto: l’essenziale è aver festeggiato con una vittoria. La nostra è stata una crisi di risultati, non una crisi di gioco, e poi questa parola non l’abbiamo mai usata. Questa settimana è stata logorante per tutti: sabato col Catania, il viaggio ed il campo impraticabile ad Agrigento ed oggi il Messina… Ora facciamo sei giorni e pensiamo al Foggia».