
Ci sono dei momenti in cui, per inseguire il tuo sogno, devi preparare la valigia ed allontanarti da casa. Se poi hai solo 22 anni le cose si complicano perché parti tu e la tua valigia, da solo. Non è facile per nessuno viaggiare per oltre 1000 Km. ed arrivare in un posto che non conosci affatto. Di solito, in Italia, queste avventure capitano alle persone che dal meridione si spostano nel settentrione. Quello che è capitato a Nicolò Sperotto è esattamente il contrario. Un ragazzo del nord che si trasferisce al sud per inseguire il suo sogno. Viso ancora fanciullesco (nel senso buono del termine) Sperotto questa estate ha preso una forte decisione che è quella di vivere un’esperienza calcistica nel profondo sud.
Nicolò, perché hai scelto Cosenza come destinazione?
Ad essere sincero ero molto titubante all’idea di scendere a Cosenza perché non avevo mai giocato così distante da casa. Però poi ci ho ragionato su, ho accettato la sfida anche perché i campionati meridionali sono diversi da quelli del nord e devo dire che mi sto trovando veramente bene.
Si parla sempre di questa differenza tra nord e sud a livello calcistico. Quali sono a tuo parere queste differenze?
Sinceramente a livello calcistico non ho trovato molte differenze. Quello che cambia certamente è il contorno, a cominciare dai tifosi che ti avvolgono completamente per tutta la settimana. Per questo motivo la pressione è maggiore perché hai la consapevolezza che il risultato è molto atteso.
Ripercorriamo la tua storia calcistica. Giungi a Carpi dopo la parentesi di Reggio Emilia. Sulla carta dovevi essere una seconda linea, in parole povere un panchinaro. Riesci a crearti uno spazio nella formazione titolare e da quel momento diventi pedina inamovibile. Vinci il campionato ed approdi in serie B.
All’inizio della mia esperienza a Carpi non mi ero ambientato. Poi ho avuto l’occasione di giocare una partita di Coppa Italia e da quel momento il mister ha ritenuto considerarmi titolare. Purtroppo nella parte finale della stagione ho contratto la fascite plantare, una infiammazione fastidiosa, che non mi ha abbandonato. L’anno successivo ho iniziato il ritiro sempre con il Capi in serie B ma a causa della fascite, sono stato fermo fino a novembre. Sono rientrato ed ho disputato 5 partite nella serie cadetta. Purtroppo in primavera il problema si è ripresentato e mi ha precluso il finale di stagione.
Arriviamo nell’estate del 2014 dove Meluso ti chiede al Carpi e tu accetti l’ingaggio. Giochi le prime due partite contro Salernitana e Foggia e, purtroppo, si ripresenta la fascite.
Ero molto amareggiato anche perché nei primi due incontri stavo molto bene. Sono stato fermo un altro mese e mezzo, però grazie al prof. Roberto Bruni ed al fisioterapista Pino Suriano mi sono completamente ripreso. Grazie al mio impegno ho ripreso posto nella formazione titolare e da quel momento non sono più uscito.
Nel frattempo si chiude l’esperienza tra il Cosenza e Cappellacci e giunge Giorgio Roselli. Com’è stato l’impatto con il nuovo mister?
Assolutamente positivo. Una mia caratteristica è quella di avere un certo distacco con l’allenatore ma ho avuto modo di apprezzare Roselli perché è stato bravo ad entrare nelle nostre teste per capire come si sarebbe potuto uscire da quella difficile situazione. Ora posso dire che ce la possiamo giocare contro tutte le formazioni e dire la nostra in questo campionato difficile.
Scheda di Nicolò Sperotto nato a Biella il 30/03/1992
| Stag. | Squadra | Serie | Pres. | Reti | 
| 11-12 | Reggiana | C1 | 21 | – | 
| 12-13 | Carpi | C1 | 25 | – | 
| 13-14 | Carpi | B | 5 | – | 
| 14-15 | Cosenza | C | 12 | – | 
