Capita che Oscar Piergallini intervenga durante l’esecuzione di un esercizio e dia un consiglio o un’indicazione ai calciatori, magari anche alzando un po’ il tono della voce. In questi giorni a Norcia lo ha fatto spesso perché l’approccio al lavoro gli sta molto a cuore, è in questa fase che viene fuori il suo carattere da “perfezionista”. “Sì un po’ lo sono – dice il Preparatore Atletico che insieme a Roberto Bruni si sta occupando della forma dei rossoblù di Cappellacci – sono stato educato così dai maestri che ho avuto. Tutti i preparatori che conosco sono bravi, ma ho imparato che in questo campo la differenza la fa il particolare. I calciatori, anche i più giovani, devono sapere che le partite durano novanta minuti e che le statistiche certificano che si decidono sempre più spesso negli ultimi minuti. Noi dobbiamo cercare di imparare a correre anche quando siamo stanchi”. La prima settimana si è conclusa, e Piergallini è visibilmente soddisfatto: “Considerando che il campionato è finito a maggio e potevamo aspettarci una condizione approssimativa dopo un lungo periodo di inattività, siamo confortati da quello che ci rivelano i test effettuati. Ma soprattutto per l’approccio e l’impegno che il gruppo sta mostrando nelle sedute. La potenza aerobica è in netta crescita. Certo non abbiamo ancora “scollinato” usando un termine ciclistico, ma le premesse sono buone”. A proposito di ciclismo, visto che siamo in clima Tour, c’è qualcuno in maglia gialla? “No, non mi piace parlare dei singoli. E’ il gruppo che risponde bene, perché è stato educato bene e ha voglia. E per questo non posso che complimentarmi con Roberto Bruni (a lui gli auguri per la nascita del quartogenito) per il lavoro della scorsa stagione. Il nostro è un lavoro di staff, è’ normale che c’è sempre qualcuno con qualcosa in più , ma tutto va per il meglio se c’è una strategia di squadra. Il nostro è un gruppo giovane. Mi piacerebbe che un giorno un nostro giocatore dicesse di me che l’ho aiutato a crescere”. Il Prof fa capire che la prossima sarà una settimana intensa e faticosa per il gruppo. “Io dico sempre che chi “fatica” per sport è un privilegiato. La vera fatica è quella che si fa in miniera, in cantiere. La nostra è una stanchezza costruttiva perché ci aiuta a migliorare e a stare meglio. E questo è il momento per accumulare energie, poi le tensioni e le partite non ci daranno la possibilità di crescere con questa velocità ”. In questi giorni si è ripetuto il rituale di ogni ritiro, ma abbiamo notato un particolare utilizzo di strumenti tecnologici. “la Società ci ha messo a disposizione un’ottima strumentazione, oltre ai gps a 10 hertz che ci aiutano con le accelerazioni, il costo energetico e la potenza, utilizziamo un software della Hosand che, tramite il posizionamento di elettrodi sull’atleta, tiene sotto controllo la variabilità cardiaca durante la giornata. Un ulteriore strumento che ci aiuta a conoscere limiti e potenzialità dell’atleta e i suoi tempi di recupero”. Tra una settimana si tornerà a Cosenza, per Piergallini sarà la seconda avventura in Calabria dopo una esperienza con la Reggina. “Mi hanno detto che Cosenza è molto diversa da Reggio, anche per il modo di parlare. Ho voglia di conoscere l’ambiente, chi me ne ha parlato mi ha descritto una città bellissima. Sono molto curioso. E poi c’è un aneddoto che riguarda Cosenza che risale ai tempi dell’Isef. Ma questo lo racconto un’altra volta!”
Oggi una sola seduta mattutina e pomeriggio libero. Questa mattina in palestra lavoro di forza per gli arti inferiori e in campo con navette cambi di direzione e balzi. Poi ripetute sui 150 e 200 metri.